Grande interesse e partecipazione all’incontro “La cultura della responsabilità e della legalità”, nel quale il Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze di Castel San Pietro Terme ha presentato i progetti delle classi quinte delle scuole primarie legati al tema della legalità, in collaborazione con Libera.
L’incontro si è tenuto ieri, giovedì 22 maggio nella sala consiliare, prima della prevista seduta del Consiglio Comunale degli adulti, ed è stato aperto dal presidente Riccardo Raspanti, che ha coordinato gli interventi.
Dopo il saluto di Katia Raspanti, assessora alla Scuola e Comunità Educante, Legalità e diritti dei cittadini e Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze, sono intervenuti:
- Allegra Molina Perez Minotti, sindaca del CCRR,
- altri consiglieri del CCRR,
- Francesca Marchetti, sindaca di Castel San Pietro Terme,
- Maurizio Fabbri, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna,
- il capitano Domenico Lavigna, Comandante della Compagnia Carabinieri di Imola, che era accompagnato dal luogotenente Pierluigi Raimondo, Comandante della Stazione Carabinieri di Castel San Pietro Terme,
- Enza Rando, senatrice e vicepresidente nazionale di Libera.
La sindaca del CCRR
Allegra Molina Perez Minotti ha voluto sottolineare l’importanza che i ragazzi conoscano e si informino su questi temi, per poter domani cambiare le cose e per trasmettere valori positivi.
Gli interventi degli altri consiglieri del CCRR
«Ogni anno nelle nostre scuole, nelle classi quinta primaria, partecipiamo a progetti con l’associazione Libera e sapete cosa abbiamo imparato?1- Abbiamo saputo che la mafia è una criminalità organizzata che ottiene denaro e soprattutto potere attraverso diverse forme di mafie, come le estorsioni, le eco-mafie e agro-mafie, il riciclaggio di denaro, il pizzo e altre forme, più o meno aggressive e violente o più nascoste e che non creano allarme sociale.2- Le formatrici di Libera ci hanno chiesto che aspetto avesse, secondo noi, un mafioso e lo pensavamo come persona brutta, con tratti aggressivi e duri. In realtà abbiamo visto che sono persone “comuni”, che si vestono in modo normale, anche con vestiti eleganti, in giacca e cravatta, proprio perché il loro obiettivo è agire in maniera nascosta, come una piovra che sta nascosta ma che allunga i tentacoli.3- La mafia è molto aggressiva e per affermare il suo potere, commette attentati e omicidi, sia nei confronti di persone che lottano contro la mafia come i magistrati, i poliziotti,…, di persone che si ribellano a ciò che richiedono, ma anche persone che per sbaglio si sono trovate in mezzo a situazioni violente. Tutte queste persone sono vittime innocenti di mafia e sono già più di mille, con oltre 130 bambini e ragazzi!4- Quest’anno nelle scuole abbiamo conosciuto la storia di Roberto Mancini, un poliziotto che indagava sulle ecomafie e voleva scoprire come la mafia guadagna moltissimi soldi, avvelenando vastissime aree della loro stessa terra. Questi sotterramenti illegali e nocivi avvengono su tutto il territorio italiano, non solo nella cosiddetta Terra dei Fuochi, ma anche al Nord, quindi non dobbiamo pensare che sia un argomento che non ci tocca! Purtroppo Roberto Mancini si è ammalato di tumore contratto dopo aver effettuato sopralluoghi in discariche di rifiuti tossici e radioattivi.5- Abbiamo conosciuto anche le storie di Hyso Telharaj e di Giovanni Tizian, di cui trovate appesi alcuni cartelloni. Hyso Telharaj era un operaio agricolo, che è stato ucciso nelle campagne di Foggia a 22 anni dai caporali perché non aveva ceduto al loro ricatto e si voleva ribellare al caporalato. Giovanni Tizian è ancora vivo ma vive sotto scorta. È stato ucciso suo babbo, Peppe Tizian, dalla mafia calabrese, perché non ha accettato di sottostare alle richieste di mafiosi. Giovanni è diventato criminologo e giornalista e ha indagato sulla morte di suo padre. Vive sotto-scorta da oltre 10 anni perché continua a denunciare, a scrivere e ad indagare sui legami tra la criminalità organizzata calabrese e l'Emilia Romagna.6- Lea Garofalo era una donna, una mamma che apparteneva ad una famiglia mafiosa, ma che ha avuto un grande coraggio: si è ribellata alla sua famiglia per dare alla figlia Denise una vita diversa, non nelle logiche della mafia. Per questa sua lotta alla sua famiglia e alla mafia, Lea Garofalo è stata rapita e uccisa.7- Con il Ccrr, invece, sabato 10 maggio scorso, abbiamo ricordato Peppino Impastato: anche lui è stato uccio dal suo vicino di casa e amico di suo padre, Gaetano Badalamenti, proprio perché, come Lea Garofalo, si è ribellato alla mafia che coinvolgeva anche la sua famiglia e, attraverso Radio Aut denunciava la mafia. Abbiamo ripercorso e contato insieme i Cento Passi che separavano la casa di Peppino Impastato e quella del boss mafioso Badalamenti e abbiamo immaginato l’angoscia ma anche il coraggio che Peppino aveva nel fare quei cento passi ogni giorno.8- Dopo aver conosciuto queste storie, ci siamo chiesti: ma come si potrebbe sconfiggere la mafia? Cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo? Innanzitutto è importante essere curiosi, non indifferenti alle cose, conoscere ciò che ci accade attorno, essere persone responsabili, confrontarci con gli altri, non vivere le preoccupazioni e le paure in solitudine, da soli, ma condividere con altri amici. Poi dobbiamo avere fiducia nei nostri genitori, negli insegnanti, nelle forze dell’ordine, nelle istituzioni, perché sono “dalla parte buona”. Anche le associazioni antimafia sono “dalla parte buona”, come l’associazione Libera, per esempio, che abbiamo conosciuto a scuola. Infatti, se da un lato ci sono gruppi di persone che si uniscono per delinquere, arricchirsi e accumulare potere a discapito di tutta la cittadinanza, dall’altro lato ci sono gruppi di persone che si uniscono per opporsi alla mafia, per lottare contro di essa e affermare la cultura della legalità. Libera, oltre a lottare contro le mafie, lavora ogni giorno per ricordare le vittime innocenti e per valorizzare per il bene della comunità i beni confiscati alle mafie, dandogli nuova vita.9- Tenuto conto che domani è la giornata nazionale della legalità ed la ricorrenza della strage di Capaci, abbiamo voluto ricreare l’Albero di Falcone. Sapete cos’è? Davanti alla casa di Giovanni Falcone, a Palermo, c’è una grande albero, un ficus, su cui le persone lasciano messaggi, riflessioni sulla legalità. Noi vi chiediamo, quando uscite da questa sala, di lasciarci dei messaggi nel nostro “albero di Falcone”: vi promettiamo che ne faremo tesoro e che impareremo da quanto ci scriverete, per essere cittadini migliori e più consapevoli». L’intervento della sindaca Francesca Marchetti
«Oggi ci troviamo qui per un’occasione davvero importante: parlare insieme di legalità, e farlo con le voci delle nostre scuole, attraverso il Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi – ha spiegato la sindaca Francesca Marchetti -.
Il 23 maggio è una data che tutti dobbiamo ricordare. È il giorno in cui, nel 1992, persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, la sua compagna Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, nella strage di Capaci. Persone che hanno fatto della giustizia la loro missione, non per eroismo, ma per profondo senso di responsabilità verso il bene comune. Legalità, infatti, non è solo rispettare la legge. È rispetto per gli altri, è cura del bene comune, è assumersi una responsabilità e scegliere ciò che è giusto anche quando è difficile. È un impegno quotidiano, che si costruisce con i gesti di tutti e di tutte.Care ragazze e cari ragazzi, voi oggi ci state dimostrando che la legalità si può imparare, raccontare e praticare. Grazie ai vostri insegnanti, che vi hanno accompagnato con dedizione in questo progetto, e un grazie speciale a Libera, che ha camminato con voi, offrendovi strumenti per capire meglio e per scegliere da che parte stare. Un grazie sentito anche al Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Maurizio Fabbri, per essere qui con noi oggi, e per il lavoro che da anni la Regione svolge per diffondere la cultura della cittadinanza attiva. E desidero rivolgere un sentito ringraziamento anche alla Senatrice Enza Rando, vicepresidente nazionale di Libera, per la sua presenza – o anche solo per il sostegno che da sempre offre a iniziative come questa, dedicate alla memoria, alla giustizia e all’educazione delle nuove generazioni. Ragazze e ragazzi, la legalità non è mai una strada comoda, ma è quella che rende il nostro cammino più giusto e più libero. Coltivatela, difendetela, praticatela. Anche nei piccoli gesti di ogni giorno. Grazie a tutte e a tutti voi, continuiamo a costruire insieme una comunità più giusta».Il presidente
Maurizio Fabbri ha parlato dell’importanza della legalità e dei progetti che sono stati realizzati in Regione su questo tema.
Il capitano
Domenico Lavigna ha esortato i ragazzi ad avere rispetto di sé e degli altri e a fidarsi delle istituzioni.
La senatrice
Enza Rando ha parlato del coraggio, soprattutto delle donne, prendendo ad esempio la figura di Lea Garofalo, e del suo impegno a portare avanti il progetto di legge “Liberi di scegliere”, che ha l’obiettivo di aiutare i giovani che vivono in contesti di criminalità organizzata ad affrancarsi da tali logiche, che spesso vincolano i membri più piccoli di famiglie mafiose ad un destino di vita di tipo criminale.